22 Marzo, Giornata Internazionale dell'acqua: L'omaggio di Bergamo e delle sue valli by Tosca Rossi
Lo scorso 22 marzo si è festeggiata la Giornata Mondiale dell'Acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per valorizzare quella che da millenni è la linfa vitale del nostro universo, ma anche per essere un monito contro il suo uso improprio da cui ne consegue uno spreco davvero riprovevole.
Bergamo, che è città d'acqua per antonomasia e che dalle sue sorgenti e dalle sue fonti ne ha fatto un cavallo di battaglia sin dall'epoca delle popolazioni preromane, vanta un capillare sistema idrico, condiviso con le valli.
Il progetto della Valle Brembana
La Valle Brembana a partire dal 2011 è stata protagonista del progetto, I sentieri dell'acqua, condiviso da Comunità Montana Valle Brembana, Provincia di Bergamo, Regione Lombardia, Orto Botanico e Ambiente Italia, ideato per la riscoperta e la valorizzazione culturale e turistica delle risorse idriche e della vegetazione spondale della Valle Brembana.
"Il progetto è stato finalizzato alla valorizzazione del paesaggio locale e alla sua fruizione sociale e turistica, con particolare attenzione alle possibili forme d'uso dell'acqua", ma il plus è stato dato dal fatto che l'area d'indagine sia stata dedicata al reticolo idrico minore della valle; nel contempo l'analisi di queste microaree ha favorito la riscoperta della vegetazione idrofila e la cernita e ricognizione degli "idromanufatti" (fucine, mulini o segherie).
Le azioni intraprese hanno portato alla "ricostruzione della geografia delle sorgenti, al monitoraggio della qualità delle acque e al censimento delle vegetazioni igrofile e acquatiche", che unite alla volontà di ottimizzare tutte le risorse hanno portato a tracciare 10 itinerari dell'acqua: questi sono raggiungibili dalla strada statale, dalla pista ciclopedonale, dai sentieri del CAI e da quelle mulattiere e antiche vie di comunicazione che con l'occasione sono state riqualificate.
I sentieri individuati sono:
- 1 Sentiero Clanezzo-Bracca (comuni di Clanezzo, Sedrina, Zogno, Bracca)
- 2 Sentiero Valle Asinina Bassa (comune di Taleggio)
- 3 Sentiero Sorgenti dell'Enna (comune di Vedeseta)
- 4 Sentiero San Giovanni Bianco-Lenna (comuni di San Giovanni Bianco, Camerata Cornello, Lenna, Moio de Calvi)
- 5 Sentiero Valle Stabina (comuni di Valtorta, Ornica, Cassiglio)
- 6 Sentiero Olmo al Brembo-Averara (comuni di Olmo al Brembo, Santa Brigida, Averara)
- 7 Sentiero Val Mora (comuni di Santa Brigida, Averara)
- 8 Sentiero Baresi-Branzi (comuni di Roncobello, Isola di Fondra, Branzi)
- 9 Sentiero Carona Laghi (comuni di Branzi, Carona)
- 10 Sentiero Sorgenti del Brembo (comune di Carona)
Cosa si è fatto in Valle Seriana
Anche la Valle Seriana vanta numerosi corsi d'acqua che dalle valli laterali confluiscono nel fiume Serio, artefici della sua tradizionale vocazione manifatturiera.
Gli esempi più importanti sono i magli storici di Ponte Nossa e i mulini di Cerete, che oggi sono visitabili rispettivamente grazie all'Associazione Magli Nossa (www.maglinossa.it) e all'Ecomuseo della Val Borlezza (www.comuseo-valborlezza.it).
I magli di Ponte Nossa
I magli sono in funzione già nel XII-XIII secolo grazie al torrente Nossa, un copioso corso d'acqua che nasce dal massiccio del Pizzo Arera: l'acqua movimentava le ruote del maglio, producendo un'energia che permetteva il sollevamento del grande martello (il maglio) utilizzato per forgiare arnesi in metallo arroventato, che una successivamente temprati si trasformavano in zappe, mazze e badili.
Dei tre magli, denominati semplicemente Minore, Grande e Maggiore, resta solo il Minore recuperato dal Comune nel 1984 per fini didattici e museali.
L'Ecomuseo della Val Borlezza
L'Ecomuseo della Val Borlezza, dal nome del torrente omonimo che nasce a circa 1700 mt di altitudine nei pressi del Monte Pora, è stato istituito a Cerete nel 2011 e insieme al Percorso dei Mulini ad acqua racconta la storia e l'attività degli 8 mulini (fonte orale), che uniti a quelli dei paesi limitrofi permetteva di alimentare l'attività artigianale della valle: dalle segherie, alla lavorazione di cereali, dalla follatura alla filatura della lana, dalle fucine alle cartiere.
Il percorso, che interessa solo tre degli otto mulini, parte dalla frazione di Cerete Basso in via Sorgente Moia: in successione si incontrano il Pestone idraulico, che racconta di come in passato trattava il tannino, estratto dalla corteccia degli alberi per la concia delle pelli, il Mulino di Sopra, l'ex Mulino Pestelli e il Mulino di Sotto.
Articolo scritto da Tosca Rossi
TERRE DI BERGAMO DI TOSCA ROSSI
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3393770651
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