Trento Longaretti a Calcio
Tra i Muri dipinti di Calcio, uno di quelli più preziosi di sicuro è "La Processione del santo Patrono" di Trento Longaretti. L'opera, realizzata a mosaico, dal 2000 decora la facciata del Municipio. Il tema dell'opera è la raffigurazione della processione di san Gottardo, protettore del paese, che si svolge il 4 maggio.
Le caratteristiche dell'opera
Si possono notare con chiarezza lo stendardo sorretto dal parroco abbigliato con abiti moderni, così come il seguito dei fedeli. A lato, in abiti antichi, una dama e un soldato attendono il passaggio del corteo, simbolo della storia e del passato del paese. Storia e attualità si fondono in un mix carico di suggestioni, simboleggiato dalla contemporanea presenza di Sole e Luna come segno del tempo che passa e di una seconda Luna, che probabilmente indica un altro tipo di tramonto. Si tratta certo della più significativa raffigurazione del pittore per tutti i calcensi e ormai anche una delle più viste, data la sua collocazione esterna e non in ambiente museale. Di sicuro è un grande onore per il paese dei Muri dipinti averne uno con la firma di questo importante artista.
La vita dell'artista
Il suo percorso artistico si allarga su un lunghissimo arco cronologico (dal 1937 al 2016) e permette di raccontare in modo emozionante la storia e gli incontri di una vita: in particolare, come un elemento importante della sua attività artistica, sono dense di significato l'esperienza del periodo bellico e la sofferenza del popolo ebraico, che il pittore vede sempre in cammino. Longaretti associa la diaspora del popolo ebraico a quello che definisce Gli scacciati di notte, ai profughi, alla povera gente, agli esodati, a chi fugge su barconi, a chi cerca una vita felice.
Dopo la formazione in Accademia a Brera dal 1931 al 1937, Longaretti vede pian piano decollare la sua carriera di artista grazie al suo talento. La guerra però lo porta a interrompere il suo percorso perché nel 1939 deve adempiere agli obblighi militari e viene mandato prima in Slovenia, poi in Sicilia e a partire dal 1943 nell'area dell'attuale Kosovo. Ampia è la raccolta di disegni e schizzi eseguiti durante questa sua esperienza di anni di guerra.
Con la fine del conflitto può riprendere pienamente il lavoro: oltre che alla pittura e alla grafica si dedica anche all'affresco, alla realizzazione di vetrate e al mosaico. In varie annate (1948, 1950 e 1956) partecipa alla Biennale veneziana. Nel 1953 vince il concorso per la cattedra di pittura all'Accademia Carrara di Bergamo, succedendo ad Achille Funi. Dirige l'Accademia fino al 1978, incarico che lascia di sua volontà.
Le mostre dedicate a Longaretti
Nel 2009 l'Istituto Italiano di Cultura a New York allestisce una mostra a lui dedicata, dopo 41 anni dalla sua precedente esposizione. Nello stesso anno il Credito Bergamasco ne inaugura una sulle sue nature morte. Nel 2016, in occasione del suo centesimo compleanno, la città di Bergamo lo festeggia con una serie di iniziative. L'artista, nato a Treviglio nel 1916, muore la mattina del 7 giugno 2017, all'Hospice di Bergamo, dove era ricoverato per complicazioni dovute all'età. Ha dipinto fino alla fine dei suoi giorni.
I "temi" dell'autore
Legato alla figurazione e a un espressionismo che esaltava il colore, aveva tra i suoi temi prediletti gli ultimi (esemplari i "cicli dei viandanti e dei fuggiaschi") e il sacro. Un fronte, quest'ultimo, su cui è stato sempre particolarmente attivo e che ha suscitato l'interesse del papa bresciano Paolo VI.
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Adonella Bozzon
12/03/2023 - 06:38
Trento longaretti, il bergamasco, così lo appellava ennio morlotti. legati da profonda amicizia. due grandi pittori lombardi. sarebbe culturalmente interessante che le istituzioni dedicassero loro una grande mostra. (magari senza dimenticarsi di bruno cassinari altro notevole pittore lombardo)