Intervista a David Drusin, friulano in terra orobica, che ha aperto le porte del suo locale ad artisti nazionali e internazionali di grande fama
Nota dalla redazione del blog: in questa intervista ci saranno anche frasi in friulano... Non potevano mancare quando si "incontrano" due friulani che amano Bergamo...
Mandi, David! Al mi pâr tant curiôs cjacarà cun tun furlan in tiare bergamasche! Al è biel, sa tu? (Traduz. Ciao, David! Mi pare tanto strano parlare con un friulano in terra bergamasca. E' bello, lo sai?) E tra l'altro io mi ricordo di te, quando ventenne, venivo a vederti giocare alle partite di basket della Gesteco di Cividale del Friuli (la cittadina dove siamo nati entrambi!). Ahahahah! Com'è piccolo il mondo! Direi che tutti e due ci sentiamo a casa sia a Bèrghem che in Friûl!
Dunque, vediamo… Io sono arrivata qui per la musica. E tu?
Mandi biele, dut ben? (Traduz. Ciao bella, tutto bene?)
Ciao! A parte i patriottismi, sono arrivato a Bergamo per motivi sportivi nell'agosto del 2000 e vi sono rimasto per amore.
Oltre al basket, hai sempre avuto una passione viscerale per la musica e questo ti ha portato ad aprire il tuo primo locale a Bergamo nel 2007: il Druso Cafè. Mi raccontavi che da subito hai iniziato a far suonare acustici per tre volte a settimana. Com'è stata questa esperienza triennale?
L'idea di iniziare l'attività musicale nasce da mia moglie, che era già introdotta in questo ambiente e da lì tutto è partito.
Considerando che in quel biennio 2007- 2009 l'attività si svolgeva in città, sotto condomini e con mille lamentele, siamo stati costretti a trasferirci.
Nel 2009 ti sposti, quindi, a Redona e apri il Druso Circus. Qui le cose diventano ancora più serie e riempi il tuo locale di musica dal vivo ogni giorno: fino al mercoledì fai suonare le giovani leve, il giovedì apri le porte al jazz, il venerdì ai gruppi rock con repertori inediti, il sabato alle tribute band e la domenica all'acustico. Direi un repertorio ad ampio raggio che dà spazio a ogni genere. Qual è il tuo preferito, se si può dire?
A Redona è iniziata la vera attività musicale azzardando (unici in Italia) concerti tutte le sere, ospitando giovani band esordienti e grandi nomi del panorama internazionale di qualsiasi genere.
Naturalmente il mio preferito è il Rock.
Dal 2015 al giorno d'oggi il Druso si trova invece a Ranica. Qui hai organizzato spettacoli eccezionali, con ospiti di alto calibro. Duemilaquattrocentosessantacinque concerti (mi è venuto il crampo alla mano a scrivere questo numero stratosferico! :-) ) fanno del tuo locale uno dei più amati non solo della bergamasca, ma anche dell'oltre confine lombardo. Una carrellata dei più grandi big passati da te?
A Ranica le cose si fanno ancora più serie e, oltre a me, Marilena e Stefania, è entrato a far parte del team Valentino Novelli in qualità di direttore artistico. Qui abbiamo raggiunto la nostra dimensione ideale ospitando musicisti tra i più grandi al mondo. Tra gli italiani ricordo: Daniele Silvestri, Mogol, The Giornalisti, James Senese, Donatella Rettore, Area, Alberto Fortis, Sergio Caputo, Sfera Ebbasta. Tra gli internazionali si sono esibiti: Terence Trent D'Arby, Al Di Meola, Matt Bianco, Tommy Emmanuel, Steve Gadd, Dave Weckl e tantissimi altri.
Curiosità: perché hai scelto la mela come simbolo del Druso?
Perché nel film Yellow submarine vi è il personaggio del Lancia mele e noi siamo grandi fans dei Beatles.
Negli ultimi due anni, causa pandemia, siete rimasti aperti solo tre mesi, ma non avete gettato la spugna ("Mola mia, mola mai!" o "Mai molà!", come diciamo in Friuli) e, grazie alla vendita dei vostri prodotti (magliette, felpe e altri gadget con il vostro immancabile marchio di riconoscimento), siete riusciti in qualche modo a rimanere a galla. C'è stata anche un'iniziativa importante che vi ha aiutato economicamente: l'uscita di un doppio vinile che portavi personalmente a casa degli acquirenti. Ci vuoi raccontare qualcosa di questa particolare raccolta fondi?
Mai mola mia! (mix friulano-bergamasco :-) )
Grazie ai nostri amici, clienti appassionati, Cuori Infranti e nostalgici, siamo riusciti a raggiungere la somma necessaria per sopravvivere sino a ora, ma la cosa più importante è stato scoprire che la gente ci ama e nulla più di questo serve a darci coraggio e felicità.
La conferma assoluta è arrivata dai grandi artisti che hanno consacrato il nostro palco con devozione, riconoscendo la magia, l'atmosfera, la passione che solo chi ci crede davvero può realizzare.
E come siete finiti pure alla Baitella di Songavazzo?
I titolari, anch'essi appassionati di musica, ci hanno contattato per collaborare nelle ultime estati.
A questo proposito, quest'anno saremo lì con un'unica data: il 2 agosto suonerà il grandissimo Ian Paice, batterista fondatore dei Deep Purple.
Ora la nomea del Druso è conosciuta tra i più grandi impresari di musica. Vi scrivono per proporre i loro artisti, sicuri che tra le sue mura troveranno un grandioso successo emotivo oltre che un'energia palpabile dal primo momento in cui metteranno piede nel tuo locale. E' un sogno che si è realizzato?
La ricompensa per il nostro lavoro è esattamente questa: osservare le persone che, dopo il concerto, tornano a casa sorridenti e felici.
Veniamo alle "Bergamodomande".
Facciamo questo gioco: tu rispondi in friulano e io faccio la stessa cosa in bergamasco! Se ti chiedo quali sono le somiglianze che trovi tra bergamaschi e friulani?
David: serietât, onestât, impegn.
Arianna: i bergamásch e i friülá i è praticamente stèss. In prensépe i sa fida mia, pò dopo, quando i ta cunussít, i ta dèrf fò ‘l cör e i ta mòla piö. I è bu de bif bé, töcc du i smadòna de bröt, i laúra come di danácc e i mòla mai! (Ok…grazie al Bepi per l'aiuto nella traduzione dei miei pensieri :-) … Fino a mòla mia ci arrivavo anch'io, ma per il resto…aiutooo!!! Ahahahah!).
Al Druso sono passati molti artisti bergamaschi che poi sono diventati dei grandi a livello nazionale. Ce ne ricordi qualcuno e ci dici perché ti avevano colpito all'inizio della loro carriera e li hai voluti sul tuo palco?
Gli artisti bergamaschi che hanno calcato il nostro palco attraversano tre generazioni:
- Roby Facchinetti e Gianluigi Trovesi, due leggende della musica nazionale e internazionale, la cui straordinarietà è insita nella loro umiltà;
- i Verdena per la loro integrità artistica;
- i Pinguini Tattici N ucleari per la loro energia.
La prima espressione in bergamasco che hai imparato quando ti sei trasferito qui?
Pòta…naturalmente!
Grazie, David, per aver chiacchierato con me!
Ciao! Mandi!
Chi volesse sapere qualcosa di più sul Druso può andare a sbirciare sui social…
Facebook: drusobergamo
Instagram: drusobg
Intervista fatta da Arianna Trusgnach per Chèi de Bèrghem
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