La birra doppio malto... Segreti, definizione e caratteristiche.
Mi fai una doppio malto per favore?
E con questo interrogativo, quotidianamente ripetuto in migliaia di bar e birrerie d'Italia, torniamo ad analizzare le domande che mettono in ambasce il bravo publican o barista.
Perché?
Per un semplicissimo motivo: la doppio malto non è una tipologia birraria, quindi, di fronte a una tale ordinazione, chi lavora dietro il bancone non sa letteralmente cosa il cliente gli stia chiedendo.
Da dove proviene, allora, questa curiosa locuzione?
Non dall'utilizzo delle materie prime né dalla matematica, dal momento che una doppio malto non contiene affatto il doppio della quantità di malto di una birra "ordinaria".
La fonte è invece legislativa e unicamente italiana, dal momento che il termine è previsto dalla legge 16 agosto 1962 n° 1354 poi aggiornata dal decreto del Presidente della Repubblica del 30/6/1998 n° 272.
In quella sede il legislatore determina, tra gli altri aspetti normati, gli scaglioni fiscali per il pagamento delle accise sulla produzione di birra e si individuano in proposito cinque diverse categorie: birra analcolica, birra leggera o light, birra, birra speciale e, infine, birra doppio malto, definita come un prodotto in cui il grado Plato sia pari o superiore al 14,5%.
E che cos'è il grado Plato?
E' un'unità di misura della densità di una soluzione liquida, in particolare esprime quanti zuccheri, derivati dal malto d'orzo o di altri cereali, sono disciolti nella nostra birra.
E' chiaro a questo punto che una tale definizione dovrebbe interessare solo per scopi fiscali e non degustativi: una birra legislativamente definita doppio malto
può infatti essere dolce, amara o acida, chiara, ambrata o scura...non abbiamo alcuna certezza su ciò che riceveremo nel bicchiere chiedendone una
Ha un senso ordinare una doppio malto?
Un uomo di mondo a questo punto potrebbe dirci che chi chiede una doppio malto intende ordinare una birra "forte", di elevato tenore alcolico, ma anche in questo caso la richiesta non sarebbe precisa.
E' vero che la maggior parte delle birre con un grado Plato elevato sono anche più alcoliche della media ma le eccezioni non mancano: esistono infatti doppio malto con solo il 5% di alcol in volume e un elevatissimo residuo zuccherino che le renderà molto dolci, informazione quest'ultima che è sicuramente ben più utile per il consumatore.
Simili classificazioni fiscali sono peraltro diffuse in tutti i Paesi, anche in Germania ad esempio ci sono cinque livelli di tassazione distinguendo tra alkoholfrei Bier, Leichtbier, Schankbier, Vollbier e Starkbier ma nessuno si sogna di andare al bancone e ordinare una Schankbier o una Starkbier, si ordina una Pils, una Bock o una Weizen!
Possiamo quindi dimenticarci della locuzione doppio malto
Se non siamo commercialisti possiamo quindi serenamente dimenticarci della locuzione doppio malto e imparare a distinguere i veri nomi delle tipologie birrarie a suon di assaggi e, se ancora non li abbiamo appresi o non ci interessa farlo, ordinare chiedendo una birra dolce, amara o acida, leggera o forte sul piano alcolico a seconda di cosa desideriamo in quel momento: anche il vostro publican o barista ne sarà più felice.
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