La Compagnia del Luppolo
Parlando di birra di qualità a Bergamo c'è una storia che merita assolutamente di essere raccontata: è quella della Compagnia del Luppolo, fondata nel 2003 dai fratelli Gian e Giorgio Marconi di Ambria e che è stata una vera e propria fucina e forgia per il movimento birrario artigianale bergamasco.
Diciotto anni fa, ma sembra passato un secolo: i birrifici artigianali italiani si contavano all'epoca sulle dita di due mani, i locali in grado di offrire qualcosa di diverso dalla canonica "media" industriale erano cattedrali nel deserto per raggiungere le quali si era disposti anche a percorrere decine se non centinaia di chilometri e le associazioni locali di birrofili, che organizzavano degustazioni, cene, gruppi d'acquisto, visite a birrifici e pellegrinaggi a festival ebbero un ruolo fondamentale per creare uno zoccolo duro di appassionati e costruire quasi dal nulla una cultura del bere meglio.
I gemellaggi e cosa è nato dalla Compagnia Del Luppolo
La Compagnia del Luppolo era gemellata con il Circolo del Luppolo di Mantova e la Compagnia della Birra di Genova e al suo interno si sono formati degustatori come Giorgio Marconi, docente per Unionbirrai e giudice nei principali concorsi birrari mondiali, birrai come Simone Casiraghi di Endorama, Paolo Algeri e Gioia Ravasio di Hop Skin, Andrea Sclausero, già presidente di Unionbirrai, e, last but not least, Andrea Semilia, oggi operativo in Brianza presso Birra Gaia dopo esperienze in altri birrifici lombardi.
E ancora publican e ristoratori come Johnny Piacentini della Coronne e Luca Carrara di DeGusto Birra & Cucina e, buon ultimo, il sottoscritto che è un po' degustatore, un po' docente, un po' giudice e un po' publican.
Anche Angelo Ghilardi, patron del Monangi di Dalmine, svolse un breve ma significativo passaggio come spillatore volontario in alcuni festival della Compagnia che, spesso e volentieri, si appoggiava per le sue iniziative ai pionieri bergamaschi del professionismo brassicolo: Claudio Capelli della Locanda del Monaco Felice di Suisio, Michele Galati dell'Abbazia di Sherwood di Caprino e del The Dome di Nembro (oggi NemBeer, sempre con lo zampino di Michele), il compianto Giovanni Fumagalli di Via Priula e Renato Carro di Valcavallina sono stati tutti amici e compagni di strada della Compagnia nella sua parabola.
Perché se ne parla al passato?
Perché la Compagnia, al pari degli altri coevi circoli di appassionati sparsi per l'Italua, formalmente non esiste più: l'assemblea di scioglimento si è tenuta ad aprile 2019 proprio nel mio Beer Garage.
Motivo?
Semplicemente, aveva esaurito la sua funzione storica: di fronte al vigoroso sbocciare di locali specializzati ed eventi birrari (almeno in epoca pre Covid) le serate mensili della Compagnia erano ormai una goccia in un mare magnum di allettanti attrazioni e gli oneri burocratici per mantenere in vita un'associazione senza scopo di lucro, che gravavano tutti sulle spalle dello storico presidente e poi tesoriere Gian Marconi, erano un impegno eccessivo rispetto ai benefici.
Un ricordo speciale
L'amicizia tra i vecchi soci, però, è sempre viva e forte e prima di chiudere l'amarcord voglio ricordare il momento più commovente dell'intera vicenda: nel 2017 a Birra dell'Anno, il più prestigioso concorso birrario italiano, nella categoria Imperial Stout vinse la medaglia d'oro una birra, chiamata Hop'n Hell, ideata e realizzata dal già citato Andrea Semilia presso il birrificio bresciano No Tomorrow, di cui era ed è socio Andrea Losapio, giornalista sportivo e altro storico membro della Compagnia.
La birra era dedicata alla memoria di uno dei personaggi più iconici, travolgenti e simpatici personaggi della Compagnia: Adriano "Adrimetal" Ventura, artigiano edile, metallaro, ex calciatore e allenatore delle giovanili della Polisportiva Sorisole nonché munifico ospite di numerosi raduni della Compagnia nella sua baita al Pisgiù.
All'annuncio della vittoria della Hop'n Hell, nei padiglioni della Fiera di Rimini un osservatore attento avrebbe potuto notare, tra la folla, quattro maschi adulti che si abbracciavano piangendo come vitelli senza ritegno: eravamo io e Giorgio Marconi, membri della giuria, il birraio Semilia e Andrea Crippa, altro storico nome della Compagnia, che a Birra dell'Anno svolge da anni la funzione di responsabile del servizio delle birre alla giuria.
La birra è anche questo, è soprattutto questo.
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