Alessia Elli, la soul-voice di Bolgare

23 Luglio 2022 Artisti Commenti

Intervista alla giovanissima cantautrice della Bassa bergamasca che sogna gli USA

Ciao Alessia. Bella scoperta la tua voce! Hai un timbro molto soul, anche se il genere che hai sposato è ben lontano. Ce ne vuoi parlare?

Tendo a non identificarmi in un solo genere. E' vero: ho una voce che sposa il genere soul, ma ho influenze che arrivano anche da altri generi, come l'Hip Hop. Il tono e gli strumenti che scelgo sono studiati in base a ciò che voglio dire nella canzone. Il mio spaziare nei diversi generi è la ricerca di qualcosa di nuovo, fresco… nel quale io mi senta a mio agio.

La passione per la musica nasce in te quasi inconsapevolmente, tanto che a otto anni eri già decisa a diventare una cantante, anche se non avevi mai cantato :-) . C'è qualche genere musicale che ti ha influenzato nella tua vita artistica?

In generale la musica degli anni ‘90/2000 ha aiutato tanto. Non ho mai ascoltato musica italiana. Al contrario, fin da piccola mi sono appassionata a quella d'oltreoceano, dal pop di Madonna al rap di Tupac. Come potete capire, ho fatto un mix di tutto. Il genere che prevale ora, e che mi influenza maggiormente, è sicuramente l'Hip Hop, sia old school che new school, oltre ai sound in continua evoluzione. Quel genere in particolare ha una tecnica importante che permette a chi scrive di creare testi con rime, con senso e che arrivano a moltissima gente.

Hai poi deciso di intraprendere lo studio sistematico del canto. Che consapevolezza ti ha dato questo percorso?

Ciò che ho imparato è che non si smette mai di imparare. Il canto è un lungo e impegnativo studio sia del corpo sia della mente. Il primo perché la voce è un forte strumento che coinvolge ogni muscolo del corpo: devi imparare a controllare determinati muscoli senza irrigidirli, ma facendoli fare ciò che tu vuoi. Il secondo perché la voce è uno specchio di ciò che si vive: più si conosce se stessi, più si conosce la propria voce.

Mi raccontavi che scrivi solamente in inglese perché non hai mai sentito tua la lingua italiana. Questo comporta per il tuo pubblico una certa difficoltà a comprendere i tuoi testi, ma al contempo permette agli ascoltatori stranieri di conoscerti. A questo proposito ci sono state delle recensioni americane ai tuoi lavori che ti hanno fatto capire che forse ne vale veramente la pena. Ci racconti il tuo sogno legato agli USA?

Sicuramente il mio cantare in un'altra lingua mi svantaggia qua in Italia, soprattutto per emergere. L'obiettivo che però mi sono prefissata è riuscire a raggiungere la gente all'estero, perché sicuramente con l'inglese riesco ad arrivare a molte più persone. Riguardo alle recensioni di persone americane, ne ho avute (non tante, ma qualcosina) e tutte hanno molto apprezzato, tant'è che ancora mi seguono sui social e mi scrivono. Da come già si può capire, il mio sogno americano è nato quando ero piccola. Difficile dire l'età, ma per qualche motivo mi sono sempre sentita appartenere a quel posto più che all'Italia.

In questi anni sono usciti i tuoi primi singoli: That girl e Pieces. Qual è il messaggio che volevi portare attraverso i loro testi?

I messaggi ovviamente variano da canzone a canzone ma ciò che in sostanza voglio esprimere è che noi siamo padroni della nostra vita, non il contrario. Non possiamo arrenderci a ciò che viviamo subendo ciò che ci accade: dobbiamo aprire gli occhi, prenderci le nostre responsabilità e cambiare ciò che non ci fa dormire tranquilli la notte.

Tu le canzoni le vivi: sono una sorta di autoanalisi che ti aiuta a superare determinati momenti esistenziali importanti. Ci vuoi parlare di questo aspetto intimistico dei tuoi testi e soprattutto dei concerti che ami?

Ovviamente riesco a esprimere al meglio ciò che provo sulla mia pelle. Mettere su carta un mio bisogno o uno stato in cui mi trovo mi permette di elaborare ciò che vivo. Cantarlo mi aiuta sicuramente a interiorizzarlo, cosicché arrivi anche al mio inconscio e io riesca a sciogliere nodi che altrimenti continuerebbero ad aggrovigliarsi.

Ci racconti i tuoi sogni a occhi aperti, che ovviamente speri si realizzino al più presto?

Da come si può già aver intuito, come ho ripetuto fino allo sfinimento, il mio sogno è l'America, nei suoi pregi e nei suoi difetti (soprattutto in questo periodo). Quest'inverno, infatti, salvo altri imprevisti, dovrei partire per circa un anno. L'obiettivo sarebbe poi quello di rimanere lì, fare qualcosa con la musica oppure no, chi lo sa.

E ora le "Bergamodomande"!
Cosa ami di più della Bassa?

Le sagre probabilmente. Amo il cibo, quindi d'estate sono un obbligo in queste zone.

Una caratteristica delle donne bergamasche in cui ti ritrovi appieno?

Onestamente poco o niente. Anche la mia conformazione fisica è lontana da quella delle tipiche donne bergamasche.

Ritieni più romantica una passeggiata per le Mura Venete o una passeggiata a S. Vigilio?

Io non rifiuterei nessuna delle due, però è difficile battere la vista delle Mura.

Grazie mille per averci concesso questa intervista!
Potete trovare Alessia Elli ai seguenti contatti:

Spotify: https://open.spotify.com/artist/2tpnFlS5i89A5tVC5grnLR?si=MwxUobYwTY6vmqg6f7MP-w&utm_source=copy-link
Instagram: @alessia.elli
YouTube: https://youtube.com/channel/UC4Ne_c1fZyuz9FTkUbzdB4w
Mail: elli.musicoff@gmail.com

Intervista fatta da Arianna Trusgnach per Chèi de Bèrghem

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